Alcuni dei protagonisti delle passate edizioni:
MozArt Box 2005
Sylvano Bussotti (Premio "MozArt Box 2005"), Alessandro Carbonare, Erri De Luca, I Solisti del Teatro di San Carlo, Riccardo Tesi e Banditaliana, Ginevra Di Marco, Francesco Magnelli, Enzo Salomone, Ensemble Dissonanzen, Mimmo Cuticchio, Paolo Montarsolo, Quartetto Savinio, Sandro Cappelletto, Contrabbanda, Mozart Sinfonietta, Quartettomanontroppo
MozArt Box Winter 2006
Orchestra da Camera del Kürpfalz, Wolfram Christ, Raphael Christ, Francesco D'Errico, Stefano Caponi, Bruno Boano, Corrado Giuffredi, Giuseppe Andaloro, Giovanni Allevi, Quartetto Savinio
MozArt Box 2006
Luis Bacalov (Premio "MozArt Box 2006"), Francesco Caramiello, Angelo Manzotti, Piero Nuti, Eugenio Bennato, Pietra Montecorvino, Taranta Power, Rocco Papaleo, Quartetto Merydies, Diego Moreno, Assemblea Teatro, Edoardo Cerea, Francesco D'Orazio, I Solisti Aquilani, Carlo Galante, Claudio Di Palma, Roberto Abbondanza, Fabio Maestri, Ensemble InCanto, Francesco Leprino, Vincenzo Mariozzi, Otravez, Licia Maglietta, Marco Sannini, Ensemble Hyperion, Luigi Maio, Arrigo Cappelletti, David Riondino,Avion Travel
MozArt Box Winter 2007
Olaf Maninger, Ulrich Wolff, Michele Di Toro, Quartetto Savinio, Corrado Giuffredi, Antonello Cannavale, Antonello Farulli, Quatuor Terpsycordes, Luca Mennella, Andrea Bacchetti, Cristina Zavalloni, Gabriele Mirabassi, Antonio Borghini, Stefano De Bonis, Bang on a Can
MozArt Box 2007
Nicola Piovani, Tetes de bois, Mauro Ermanno Giovanardi, La Crus, Andrea Taddei, Alain Meunier, Roberto De Simone, Richard Galliano, Uri Caine, Maurizio Zanini, Enzo Salomone, Solis String Quartet, Musicamorfosi, Angela Annese, Orchestra Sinfonica Abruzzese, Francesco D’Orazio, Silvia Cappellini
MozArt Box Winter 2008
Quartetto Savinio, Mimmo Cuticchio, Gabriele Pieranunzi, Daniela Cammarano, Francesco Fiore, Gabriele Geminiani, Alessandro Carbonare, Quartetto Szymanowski, Carducci String Quartet, Aviv String Quartet, Cuarteto Quiroga, Quatuor Terpsycordes, Cédric Pescia
Mozart Box 2008

Fiorella Mannoia
Canzoni nel tempo tour

Dopo l'enorme successo ottenuto dalla raccolta “Canzoni nel Tempo”, Fiorella Mannoia torna ad esibirsi dal vivo proponendo una scaletta dei suoi successi di sempre, attingendo a tratti ad atmosfere brasiliane e offrendo al pubblico una dimensione nuova e forse insospettata di se stessa: entusiasta, divertente e trascinante sul palco.

Fiorella Mannoia ha vinto in quattro occasioni la targa Tenco, un premio di grande prestigio assegnato dalla critica italiana a riconoscimento della musica d'autore. Sono molte le collaborazioni nazionali ed internazionali che hanno portato questa raffinata interprete ai massimi livelli nel campo musicale italiano. Tra le tante ricordiamo quele con Ivano Fossati, Francesco De Gregori, Vasco Rossi, Enrico Ruggeri, Ron, Daniele Silvestri, Riccardo Cocciante, Samuele Bersani, GianMaria Testa, e infine i duetti live con Luciano Pavarotti e James Taylor. Con il progetto Onda Tropicale , di recente Fiorella ha coronato il suo sogno di duettare con i nomi più prestigiosi del panorama brasiliano: Chico Buarque, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Djavan, Milton Nascimento, Lenine, Chico Cèsar, Jorge Benjor, Carlinhos Brown e Adriana Calcanhotto.

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Festa di Piedigrotta
Versi, prosa e musica di Raffaele Viviani
Sculture e spazio scenico: Lello Esposito, Raffaele Di Florio
Musiche di Raffaele Viviani , elaborate da Eugenio Bennato
Coreografie: Ettore Squillace
Regia: Nello Mascia

Nella Villa comunale scintillante di luci e di colori si scatena la millenaria festa pagana di Settembre, la Piedigrotta partenopea che, con i suoi carri, le sue allegre cavalcate, le variopinte luminarie , l' ammuina , costituisce per i fidanzati l'occasione buona e fa nu poco ‘e scostumate . Soprattutto è la festa della canzone, dei carri allegorici e della folla tumultuante, sapientemente affiatata e coordinata dall'autore che comunica spontaneità e naturalezza a piene mani. Viviani compie una operazione fotografica dal vero, filtrata dai suoi ricordi giovanili della Festa, rivelandosi autore ed attore ineguagliabile.

La festa non c'è.
In questa grande opera di Raffaele Viviani non ci sono notizie documentali sulla antica millenaria festa di Napoli.
Festa di Piedigrotta di Viviani è piuttosto una metafora.
Viviani usa il momento della più antica manifestazione della liberazione popolare, per raccontare la condizione di un popolo, appena uscito da una guerra devastante.
Siamo nel 1919.
E' un popolo ferito e disorientato. Monco e famelico. Crudele e disperato.
Con una feroce urgenza di vivere.
E' una folla che va alla Festa alla ricerca di un utopico altrove.
E' un popolo che va alla Festa.
Ma che alla Festa non partecipa mai.

(dalle note di regia di Nello Mascia)

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Canzoni d'Amori Feroci
Appunti per un pop-concert

una invenzione di Cristian Ceresoli e Antonio Pizzicato
Scritto da Cristian Ceresoli
Messo in musica e in canzoni da Antonio Pizzicato
con la collaborazione di Riccardo Marconi

Liriche originali di Cristian Ceresoli e in lingua originale di Dante Alighieri , Edoardo Di Capua , Caio Valerio Catullo , Adriano Celentano , Lorenzo Cherubini , Thomas Eliot , John Lennon , Giacomo Leopardi , Mogol , Gianni Morandi , Gino Paoli , Rainer Maria Rilke , William Shakespeare , Little Tony, Zucchero. La canzone “Luna” è di Riccardo Marconi. “Vasame assaje” è una traduzione in napoletano di Antonio Pizzicato.

Antonio Pizzicato , voce
Riccardo Marconi , chitarra
Cristian Ceresoli , appunti

Canzoni d'amori feroci raccoglie appunti per un concerto un po' rock, un po' folk, un po' jazz e assai poetico. Ma soprattutto pop. Appunti perché la forma di questo concerto dal vivo è proprio quella caotica e spontanea degli appunti appena presi, delle storie appena nate, delle canzoni appena inventate. In questo concerto (che fa del contrasto alto-basso, aulico-volgare, raffinato-grossolano, comico-tragico una delle proprie ragion d'essere) si esplora l'argomento d'amore in tutti i suoi estremi: dalla sessualità carnale delle canzoni e delle poesie, all'amore etereo e idealizzato degli articoli di cronaca.

Cristian Ceresoli (poeta, scrittore e regista) sostanzialmente autodidatta, è alla sua opera prima con il poema cantato Voce Sola (2006). Sta scrivendo Fashion Macht Frei , il suo primo romanzo, e Strange Fruit , titolo provvisorio di un'opera jazz ispirata alla voce di Billie Holiday . Ha realizzato la sceneggiatura di un film corto intitolato La Pietà , e sta lavorando al progetto del programma radiofonico Radiocinica .

Riccardo Marconi (chitarrista, compositore e autore) dal 1990 studia le tecniche del finger-picking, harp-style sulla chitarra acustica, componendo numerosi brani originali. Diplomando in chitarra classica al Conservatorio di Salerno, ha composto musiche per teatro, e per circo per la compagnia di Madrid Circo de la Sombra . Con il gruppo La Mescla suona e viaggia in tutta Europa.

Antonio Pizzicato (regista, compositore e performer della voce), è diplomato in Regia Teatrale alla Scuola d'Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano. Ha diretto varie edizioni dell' Edipo re di Sofocle (l'ultima per il Teatro Stabile di Torino ) e tre giovani attori in altrettanti progetti di teatro narrazione. Ha curato la parte musicale di diversi spettacoli di Gabriele Vacis . Nel 2008, ha curato la regia de La Passione delle Troiane , produzione dei Cantieri Teatrali Koreja.

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Rien á signaler
(Una finestra sul mediterraneo)

liberamente ispirato a “Marinai perduti”, di Jean-Claude Izzo
di Simone Gandolfo e Fabio Beccacini
con Paolo Graziosi , Sergio Romano , Sara Cianfraglia e Gianmaria Testa
Musiche di Gianmaria Testa
disegno luci di Andrea Violato
regia di Simone Gandolfo

Rien á signaler racconta la storia di due uomini, un Capitano e il suo Secondo. Racconta la storia di un cargo, il “Solea”, attraccato da tanto tempo, troppo tempo, in un indefinito porto del Mediterraneo. Il “Solea” non riprenderà il mare - questo i nostri protagonisti lo sanno bene - ma la paura di affrontare il mondo che non ondeggia è troppa. E allora rimangono a bordo e si spengono lentamente… In questo largo, malinconico addio, evocano i sapori delle loro terre, terre di olivi, terre difficili, dove ogni metro è strappato alla macchia col sudore della fronte. Sono uomini stanchi, uniti dalle loro solitudini, ma soli con la loro croce da portare. Troppo duri per gridare aiuto, troppo codardi per aiutarsi. Rien á signaler è una ballata, disegnata dalle canzoni di Gianmaria Testa che fa riflettere perché fa sognare, con la malinconia che ha solo chi ama disperatamente la vita.

Sergio Romano ha calcato i palcoscenici di tanti teatri d'Europa, sempre in produzioni di grande spessore culturale e commerciale. Tra i suoi ultimi impegni: Le tre sorelle con la regia di Massimo Castri, Otello con la regia di Michele Placido, Amleto con la regia di Benno Besson.

Gianmaria Testa , cantautore di fama internazionale, premiato quest'anno in Italia con la targa “Tenco” per il miglior album dell'anno ( Da questa parte del mare ), è attualmente impegnato in una lunga tournée di concerti che tocca Italia, Francia, Canada, Olanda, Svizzera e Germania.

Simone Gandolfo , attore e regista, conosciuto al grande pubblico per aver coperto il ruolo titolo nel film tv Fausto Coppi , da anni si destreggia tra cinema, teatro e tv ( La baronessa di Carini di Marino, La tigre e la neve di Benigni). Collabora con Alessandro Baricco ed è tra i protagonisti dei progetti Omero Iliade e City Reeding Projet . Lavora inoltre con Valerio Binasco, Carlo Cecchi, Patrik Rossi Gastaldi.

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Concerto apocalittico per grilli e orchestra

Stefano Benni , testo e voce recitante
Danilo Rossi , direttore e viola solista
Orchestra d'Archi Italiana

Scritto da Stefano Benni e portato in scena in prima versione da Antonio Albanese al Piccolo Teatro di Milano, su musiche di Luciano Francesconi, questo melologo rivive oggi nell'interpretazione dello stesso Benni, che riprende il testo accompagnato da Danilo Rossi e da un'orchestra d'archi. Il testo è ironico e apocalittico: gli insetti prendono la parola in un invettiva ecologica sui destini del mondo. Grazie al gioco di costumi, luci, melodie e caratterizzazioni della voce, lo scarafaggio e il ragno, il grillo e la zanzara, l'ape e la farfalla prendono la parola e si alternano sul palco narrando e cantando il mondo visto da una prospettiva originale e sorprendente… In questa nuova versione, la selezione musicale curata da Danilo Rossi tocca Rossini, Cajkovskij, Telemann e Britten, ma ad ogni rappresentazione si aggiungono e si sperimentano nuove suggestioni sonore.

Stefano Benni
Nato a Bologna nel 1947, è uno dei più noti scrittori italiani ed è molto conosciuto anche all'estero. Grazie al suo accorto vagabondaggio fra generi e linguaggi diversi, con una particolare attenzione ai gerghi giovanili, Benni eleva l'immaginazione tragicomica da elemento strutturale e tematico a gesto di critica sociale. I suoi libri: Bar Sport (racconti, 1976); Prima o poi l'amore arriva (poesie, 1981); Terra! (romanzo, 1983); I meravigliosi animali di Stranalandia (favole, 1984); Comici spaventati guerrieri (romanzo, 1986); Il bar sotto il mare (racconti, 1987); Baol (romanzo, 1990); Ballate (poesie, 1991); La Compagnia dei Celestini (romanzo, 1992); L'ultima lacrima (racconti, 1994); Elianto (romanzo, 1996); Bar Sport 2000 (racconti, 1997); Blues in sedici (poesie, 1998); Teatro (copioni, 1999); Spiriti (romanzo, 2000), Dottor Niù (corsivi, 2001), Saltatempo (romanzo, 2001); Teatro 2 (copioni, 2003), Achille piéveloce (romanzo, 2003), Margherita Dolcevita (romanzo, 2005). Collabora con i quotidiani La Repubblica e Il manifesto. Nel luglio 2005 ha ricevuto a Lecce il Premio Carmelo Bene come “Miglior voce recitante”.

Danilo Rossi
Dopo il perfezionamento con Asciolla, Farulli e Bashmet, appena ventenne viene prescelto da Riccardo Muti a ricoprire il ruolo di Prima viola solista dell'Orchestra del Teatro alla Scala e della Filarmonica della Scala. Premiato ai concorsi di Vittorio Veneto, Stresa e Mosca, e Diploma d'Onore dell'Accademia Chigiana, Danilo Rossi viene regolarmente invitato nei maggiori Festival internazionali (Asolo, Stresa, Ravenna, Ferrara, Elba, St. Moritz, Mosca, Settembre Musica di Torino) e collabora con Bashmet, Brunello, Canino, Carmignola, Chung, Gallois, Gerart, Lucchesini, il Nuovo Quartetto Italiano, il Trio Italiano. Suona la magnifica viola Maggini del 1600 appartenuta a Dino Asciolla

Orchestra D'Archi Italiana
L'Orchestra d'archi italiana (ODAI), nata nel 1994, ha trovato in Mario Brunello un preparatore ideale, ed è oggi fra le formazioni più attive del panorama musicale internazionale, con un repertorio che va dal Seicento ai nostri giorni. La critica ne apprezza l'impronta del gusto tutta italiana, caratterizzata da generosità di suono, splendido timbro, fraseggio mai scontato e capacità di penetrare le ragioni dell'interpretazione. L'ODAI è regolarmente presente nell'ambito dei maggiori festival musicali internazionali, collaborando con solisti di fama internazionale quali Gutman, Pichler, Rossi, Mullova, Lucchesini, Carmignola, M. Stockhausen, Lonquich. Recentemente ha registrato per la casa giapponese JVC-Victor tre cd e ha effettuato una seconda fortunata tournèe in Oriente.

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Divenire

Ludovico Einaudi, pianista e direttore
I Virtuosi Italiani

Divenire è un album che ha avuto una genesi lunga, iniziata nel 2002 quando fui invitato dal Festival "I Suoni delle Dolomiti" a scrivere una composizione da eseguire su un altopiano davanti alle Pale di San Martino. Per quell'occasione scrissi una suite per pianoforte, due arpe e orchestra d'archi ispirandomi al ciclo di tre quadri di Segantini “La vita, la natura, la morte”. Fu un'esperienza molto intensa, suonare con l'orchestra circondato da quel paesaggio spettacolare. Mi sembrava di essere dentro la corrente di un fiume che scende rapida sul dorso di una montagna, un flusso implacato in cui ero immerso e di cui facevo parte, e sentire quell'ebbrezza che si prova quando si fa qualcosa di fisico a contatto con una natura potente, la velocità, l'acqua, lo spazio e il vento. Dopo quell'esperienza ho fatto tante altre cose, ma ho sempre pensato che prima o poi avrei voluto sviluppare quell'idea in modo più ampio. Negli anni a seguire, intensificando la mia attività dal vivo e stufo di suonare i miei brani ogni volta nello stesso modo, ho cominciato a inserire nei concerti alcune variazioni e poi improvvisazioni sempre più lunghe, cercando di trovare quello stato che renda il concerto un evento unico per l'esecutore e per il pubblico. Partivo senza sapere dove sarei arrivato: semplicemente andavo. E in questa ricerca ho cominciato a giocare con delle sequenze registrate a casa e con ambienti sonori ricostruiti al computer, su cui poi suonavo dal vivo. Così sono nati molti altri brani, come in un work in progress che il pubblico ha potuto seguire nella sua evoluzione e che nel tempo ha assunto una forma definitiva. Alla fine ho pensato che tutto questo materiale avesse un'energia comune. Ho provato, dunque, a comporlo in un mosaico, creando un percorso vario, movimentato e imprevedibile, come un grande paesaggio di montagne e pianure, di fiumi e di mari. E ho ritrovato, forse, quell'energia che spinge ad assaporare il mondo fino ad annullarsi al suo interno; in continuo divenire .

Ludovico Einaudi

Ludovico Einaudi , compositore e pianista.

La sua musica affonda le radici nella tradizione classica con l'innesto di elementi derivati dalla musica pop, rock, folk e contemporanea. Le sue melodie, profondamente evocative e di grande impatto emotivo, lo hanno reso oggi uno degli artisti più apprezzati e richiesti della scena europea. A seguito del suo ultimo album, Divenire (Decca 2006, Disco d'Oro in Italia), ha fatto un tour europeo di oltre 80 concerti, culminato nel novembre del 2007 con un concerto alla Royal Albert Hall di Londra davanti a 4000 persone. Einaudi è nato a Torino il 23 novembre 1955, si è diplomato in Composizione al Conservatorio “Verdi” di Milano, e si è perfezionato sotto la guida di Luciano Berio.

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Il cantante al microfono

Eugenio Finardi e Sentieri selvaggi interpretano Vladimir Vysotsky

Testi tradotti da Sergio Secondiano Sacchi
Brani orchestrati da Filippo Del Corno
Musiche eseguite dall'ensemble Sentieri selvaggi,
diretto da Carlo Boccadoro

Vladimir Vysotsky: ufficialmente un grande attore. In verità uno straordinario poeta, i cui versi però non vengono stampati perché censurati dalle autorità sovietiche. E quindi Vysotsky viene obbligato a imbracciare la chitarra e cantare, cantare, cantare per far passare le sue parole di orecchio in orecchio per tutta l'URSS. Grazie a cassette registrate fortunosamente, la voce profonda, infiammata e dolente di “Volodja” Vysotsky diventa la voce di tutti coloro che si oppongono e dissentono dal conformismo di regime. Come De Andrè, cantò i perdenti che non si arrendono, gli sconfitti indomiti, gli idealisti disillusi. Come un bluesman la sua vita è fatta di dissipazione e disperazione: ignorato e boicottato, diventa il poeta più popolare del suo paese, senza che di lui venga mai stampato un solo verso. La notizia della sua scomparsa viene taciuta dalla stampa ufficiale, ma il grido “Volodja è morto!” rimbalza nelle metropolitane e nelle strade di Mosca. Quasi un milione di persone seguono il suo funerale, e ancora oggi sulla sua tomba non mancano mai fiori e pensieri.

Eugenio Finardi, voce

Sentieri selvaggi  

Paola Fre, flauto ; Mirco Ghirardini, clarinetto ; Paolo Pasqualin, vibrafono ; Andrea Rebaudengo, pianoforte ; Piercarlo Sacco, violino ; Paola Perardi, violoncello ;

Carlo Boccadoro, direzione

Eugenio Finardi (Milano,1952) Inizia la carriera come musicista rock in vari gruppi e, nel 1973, l'etichetta Numero Uno pubblica il suo primo 45 giri. Nel 1975 pubblica il suo primo album ( Non gettate alcun oggetto dal finestrino ), ma il successo arriva l'anno dopo con Sugo che contiene due canzoni famose come "La radio" e "Musica ribelle". Segue, nel 1977 , Diesel, considerato tra i suoi album migliori, mentre del 1978 è Blitz (contenente i brani "Extraterrestre" e "Cuba"). Nel 1981 esce l'album Finardi, nel 1985 è a Sanremo con “Vorrei svegliarti”, mentre nel 1989 pubblica Il vento di Elora con la celebre "Wil Coyote". Nel 1990 con La forza dell'amore rilegge in chiave moderna alcune sue canzoni, con la partecipazione di Ligabue, Ivano Fossati e Rossana Casale. Negli ultimi anni si è dedicato a vari progetti. Con Francesco Di Giacomo e Marco Poeta dedica un disco al Fado. Nel 2003 registra Il silenzio e lo spirito , album dal vivo con canzoni - tra gli altri - di David Crosby, Leonard Cohen e Fabrizio De André. Nel 2007 esce nei negozi la raccolta antologica Un uomo , che ripercorre i diversi momenti della carriera di Finardi: le note di copertina sono di Fernanda Pivano.

Sentieri selvaggi , gruppo di musicisti e compositori fondato nel 1997 da Carlo Boccadoro, Filippo Del Corno e Angelo Miotto, si propone di avvicinare la musica contemporanea al grande pubblico e di abbattere le barriere esistenti tra le varie espressioni artistiche contemporanee. Il gruppo, regolarmente ospite delle più prestigiose stagioni musicali italiane e di importanti festival internazionali, ha realizzato per sei anni un proprio festival a Milano e, a partire dal 2005, produce una stagione di musica contemporanea. Sentieri selvaggi è inoltre attivamente impegnato nella realizzazione di spettacoli ed eventi di teatro musicale che hanno riscosso un ampio consenso di pubblico e critica. Parte integrante del progetto di Sentieri selvaggi sono le produzioni editoriali e discografiche che spaziano dall'attenzione riservata al nuovo panorama musicale italiano alla commistione tra musica, letteratura e teatro, fino alla presentazione di nuovi progetti da parte di artisti internazionalmente apprezzati come David Lang e Michael Nyman.

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Mozart...al chiaro di luna
Cantata streveza per ottetto misto

In una notte di luna, un gruppo di artisti girovaghi scopre le opere del trittico firmato da Mozart e Da Ponte e decide di reinventarle, per piacer proprio, adottando i ritmi, il linguaggio e gli strumenti della tradizione popolare. Il tutto facendo ricorso, con spirito goliardico, all'ironia per certi versi irriverente di molti artisti napoletani. Cialtroni e romantici, esibizionisti e virtuosi, i cantastorie diventano i protagonisti giocosi e allo stesso tempo drammatici e passionali di questa serata intrigante ed originale. Nel chiarore notturno, il genio mozartiano viene esplorato attraverso l'esperienza popolare, ritrovando gli spunti forti e suggestivi degli autori teatrali cui egli stesso si è ispirato. Il pubblico, così, viene condotto su nuovi arditi sentieri espressivi, dove serenate, notturni e divertimenti si intrecciano, scanditi ed accompagnati dalle parole di Molière, Tirso da Molina, Tritto. Uno spettacolo affascinante, in cui dove Nando Citarella rivela un confortante talento interpretativo attoriale e musicale.

Nando Citarella (voce naturale, tenore, tammorra, duff, chitarra) è accompagnato in questa nottata streveza dalla cantante Gabriella Aiello (voce naturale, soprano, duff, canto armonico) dall'attrice Daniela Tosco (voce naturale, mezzosoprano) e ancora da Pino Calabrese ( voce naturale baritono )

Il Piccolo Concertino Musicale è formato da:

Carlo "Olaf" Cossu - violino, didgeridoo, canto armonico
Riccardo Medile - chitarra, oud siriano, traccola, voce
Ennio D'Alessandro - clarinetto, clarinetto basso, ciaramella, tamburello, voce
Salvatore Zambataro - fisarmonica, clarinetto, traccola, voce
Mauro De Vita fagotto, voce

Musiche
Deh! Vieni alla finestra; Là ci darem la mano; Madamina, il catalogo è questo; Dalla sua pace…; Il mio tesoro intanto; Notte e giorno faticar - (Mozart: Don Giovanni )
Voi che sapete; Se vuol ballare - (Mozart: Le nozze di Figaro )
Un'aura amorosa - (Mozart: Cosi fan tutte )
Lamento d'amore - (Gargano tradizionale)
Bamba Bilamba - (Nando Citarella)
Nana de Sevilla - (Federico García Lorca)
Naninellananinà - (Nando Citarella )

Testi teatrali tratti dal “Don Juan” di Moliere, da “Il convitato di pietra” di Tritto , da “El burlador de Sevilla” di Tirso de Molina.

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Isa Danieli
BRACI
Scintille di parole che come ghiaccio bruciano
con la partecipazione di Luca Urciuolo, pianoforte
musiche di Erik Satie e Luca Urciuolo

Coro per voce sola

Parole come scintille,come lapilli,come lava di vulcani inconciliabili e distanti ma scossi dallo stesso desiderio di incendiare la testa e gli occhi di chi ascolta. Terremoto dell'anima che si fa suono, scienza, gelo rigoroso e austero, trasformandosi in parole amiche che risollevano lo spirito, che affilano lo sguardo.

Isa Danieli legge Carmelo Bene («'l mal de'fiori»), Eduardo De Filippo («Le Poesie di Eduardo»), William Shakespeare («La tempesta», nella traduzione di Eduardo).

Era d'estate e come quasi sempre, in estate, puntuali arrivano gli inviti ai festival e alle rassegne di stagione. Anche in quel giugno di qualche anno fa, il telefono squillò, l'invito fu garbato e la proposta intrigante: leggere il poema «'l mal de'fiori» di Carmelo Bene a Salerno. Resistetti, ma alla terza insistente telefonata del caparbio Rodolfo Di Giammarco, mi procurai una copia del poema e cominciai a leggerlo. Una lingua impossibile da mettere in testa e nel cuore, ma tra le righe e dentro la costruzione dei versi, sentivo una passione meravigliosa e disperata. Cominciai ad appassionarmi. La distanza tra me e il pensiero di Carmelo Bene si accorciava sempre più. Non lo avevo mai conosciuto ma apprezzavo il lavoro che aveva fatto sull'attore e il suo linguaggio. Sapevo che il poema «'l mal de' fiori» non era mai stato letto né drammatizzato e questo aumentò la mia curiosità; eppure chiesi aiuto. Perché a me piace “scommettere”, ma odio l'improvvisazione e il fai da te artistico. Contattai un suo assistente, Davide Riboli che con Bene aveva condiviso un lungo percorso: così quell'incantamento di parole assunse il suono ed il corpo giusto. Più tardi, fui invitata per un lunedì di letture al teatro di Pistoia e lì, ricordandomi di una lontana sera dell'81 in cui Bene e Eduardo (al Palaeur di Roma) avevano letto le proprie opere, ho alzato la posta della “scommessa”. Li ho messi insieme. Prima con un gioco polemico di finto litigio sulla concezione del teatro e dell'attore e poi appiccicandoli con la colla della poesia e dell'amore, che non ha bandiere sotto cui stare ma braci sotto cui ardere, che se ci si soffia sopra diventa fuoco, che scalda l'anima, che scalda l'anima.

Isa Danieli

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Peppe Barra
In concerto

Peppe Barra, voce
Paolo Del Vecchio, chitarra e mandolino
Luca Urciuolo, fisarmonica
Ivan Lacagnina, percussioni
Sasà Pelosi, basso
Riccardo Veno, fiati etnici

Assistere ad uno spettacolo di Peppe Barra significa incontrare l' anima di Napoli. Barra, infatti, è il depositario dei segreti magici della tammurriata , ma anche un punto di connessione più che mai attuale tra la poesia e lo spirito popolare.
Voce e dialetto sono gli strumenti principali del suo lavoro. Una tecnica straordinaria gli consente di raggiungere in scena risultati di impareggiabile fascino. Modula la voce con maestria, la tende e la sferza, quasi la scaglia verso il pubblico salvo poi racoglierla in dolcissime nenie, forte del sostegno di musicisti straordinari che da lungo tempo sono i suoi compagni di viaggio.
Un affresco sonoro, melodico e ritmico dal sapore antico e dalle sonorità contemporanee.
Sul palco Peppe Barra, con energia istintiva e travolgente, fa convivere mondi sonori e linguistici assai diversi, sempre impregnati di grande teatralità ed arricchiti dalla sua straordinaria espressività.
È uno spettacolo in cui il teatro si trasforma in una trama fitta di sogni, desideri, passioni e sentimenti, citazioni e ricordi.

Peppe Barra

Figlio d'arte, nasce a Roma nel 1944 da una famiglia di artisti napoletani. Dalla madre Concetta eredita la felicità di stare in scena. Da bambino frequenta un'importante scuola di teatro e dizione e comincia così la sua carriera di attore. Ma sin dall'inizio nei suoi spettacoli teatrali predilige la musica ed il canto: due componenti importantissime ed irrinunciabili col passar del tempo, tanto da determinare l'incontro con Roberto De Simone e la NCCP , che contribuirà in maniera significativa alla sua evoluzione artistica.
Nella seconda metà degli anni '70 è uno dei protagonisti indiscussi de “La gatta Cenerentola”, l'opera teatrale di De Simone, rappresentata con successo in tutto il mondo. Negli anni '80 fonda la Compagnia “Peppe & Barra” con la quale riscuote grandi successi in Italia e all'estero.
Interprete magistrale di canzoni e tammurriate , di liriche teatrali e poesie, Barra compone in un unico affresco sonoro, melodico e ritmato, gli echi del passato e i moderni ritmi del Mediterraneo.
Conoscitore e attento ricercatore della tradizione popolare, Peppe Barra si dimostra particolarmente felice nel “contaminare” i generi. Il suo repertorio contiene pezzi classici e brani originali, sempre eseguiti in dialetto per dare maggiore forza al significato dei testi in cui trovano voce le esperienze autobiografiche: l'amore, la vita e la morte, quell'ironia e quel sarcasmo tutti partenopei che Barra esprime come nessun altro

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Giaguara Suite
Concerto Teatrale per 10 strumenti e voce
di Federico Odling

da : L. Antonioni, A. Arbasino, F. Carpi, L. Chiosso, D. Fo, F. Fortini, F. Mauri, F. Nebbia, G. Negri, G. Parise, E. Patti, N. Piovano, M. Pogliotti, P. Umiliani

a Laura Betti

Lalla Esposito , voce
Odling Ensemble
Vittorio Ricciardi, flauto e ottavino
Arturo Viola, clarinetti e sax
Francesco Amoruso, tromba
Ciro Principe, trombone
Antonio Gambardella, violino I
Geppino Guida, violino II
Piero Massa , viola
Leonardo Massa , violoncello
Ottavio Gaudiano, contrabbasso
Marcello Buonuomo, percussioni
Direzione : Federico Odling

La carriera artistica di Laura Betti ha avuto due stagioni, quella della musica (e del teatro che ne derivava, della musica ‘applicata' al teatro) e quella del cinema, una carriera da cantante prima e da attrice poi.
La stagione della canzone è meno nota.
La Laura di queste canzoni, cantante splendida e varia, acuta e decisa,è un pezzo di storia non solo della canzone, della musica, della cultura,del costume, ma proprio della Storia con la maiuscola. Ascoltarla ancora, aiuta a capire cosa era possibile e non è stato, la possibilità di un paese di cui non ci si dovesse vergognare.

(da Una giaguara nella dolce vita, di Goffredo Fofi )

In Giaguara Suite ho creato un continuum musicale che unisce alcune canzoni tratte dagli spettacoli di Laura Betti (fatta eccezione per due brani legati al repertorio di cabaret dell'epoca) con una serie di composizioni originali che rimandano a stilemi di danze e ad atmosfere cinematografiche degli anni del boom economico. È un viaggio onirico durante il quale si alternano i momenti puramente musicali a quelli cantati, senza soluzione di continuità.
Le varie tipologie femminili che fanno parte del repertorio della “giaguara”, interpretate da un'unica attrice-cantante, guideranno lo spettatore all'interno di un percorso che non vuole essere solo un omaggio commemorativo alla cantante Laura Betti,ma piuttosto una sorta di requiem per un“Paese mancato”.

Federico Odling

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Non fate troppi pettegolezzi
Omaggio a Cesare Pavese

Fabrizio Gifuni , voce
Cesare Picco , pianoforte

A più di mezzo secolo dalla scomparsa, Cesare Pavese è un classico del Novecento, il cui rigore stilistico e morale ha affascinato e continua ad affascinare generazioni di italiani, facendone uno degli scrittori più amati del dopoguerra italiano. Il titolo dello spettacolo allude alla drammatica fine di un'esistenza, rievocando le tragiche parole scritte sulla prima pagina del libro Dialoghi con Leuco che recitano così: “Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi”.

Testi di Cesare Pavese
- Il blues delle cicche ( da “Ciao Masino” )
- Alle finestre di un 4 piano ( da “Poesie Giovanili”)
- Sono andato una sera di dicembre ( da “Rinascita” )
- I due corpi si scuotono avvinghiati ( da “Poesie Giovanili”)
- Oh ballerine dalle coscie nude ( da “Rinascita” )
- Disciplina antica ( da “Lavorare Stanca”)
- Tutta la perfezione ( da “Le febbri di decadenza”)
- A sol, di saxofono ( da “Blues della grande città”)
- No, io son nato per l'inverno ( da “Estravaganti scelte”)
- Questa citta' mi ha vinto come un mare ( da “Blues della grande città”)

Musiche originali di Cesare Picco . Drammaturgia originale di Fabrizio Gifuni

Cesare Picco , compositore e pianista improvvisatore, attraversa da più di vent'anni i generi musicali e le barriere stilistiche, creando un personale linguaggio non circoscrivibile in una definizione: né musicista jazz, né classico o contemporaneo: è, forse, semplicemente ciò che suona e come lo suona.
Dal 1986 ha scritto per solisti, gruppi cameristici e orchestrali: Orchestra de I Pomeriggi Musicali di Milano, Ensemble Novecento e Oltre, Quintetto Bibiena, Camerata di Berlino, Royal Manchester Orchestra. Ha collaborato con l'étoile Luciana Savignano (Teatro Alla Scala di Milano, 2006), il violoncellista e compositore Giovanni Sollima, i pianisti Antonio Ballista, Carlo Boccadoro, e sul fronte della musica pop Luciano Ligabue, Samuele Bersani, Andrea Bocelli. In Giappone, paese in cui è considerato tra i pianisti più innovativi e ricercati, ha effettuato nel 2007 tre tour di concerti.

Fabrizio Gifuni - Inizia, in teatro, il suo percorso d'attore nel 1993, per la regia di Massimo Castri. Collabora successivamente con Sepe, Terzopoulos e Malosti. E' ideatore e interprete degli spettacoli ‘Na specie de cadavere lunghissimo , con la regia di Giuseppe Bertolucci, e L'ingegner Gadda va alla guerra . Del 2006 è lo spettacolo I kiss your hands , catalogo semiserio delle lettere di Mozart, che lo vede accanto a Sonia Bergamasco e ai musicisti Rea, Marcotulli, Damiani e Trovesi. Nel 1996 il suo debutto nel cinema con il film La bruttina stagionata . Seguono, tra i tanti, Così ridevano di Gianni Amelio (Leone d'oro al Festival di Venezia 1998), Il partigiano Johnny di Guido Chiesa , Hannibal di Ridley Scott, L'amore probabilmente di Giuseppe Bertolucci , La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana, De Gasperi di Liliana Cavani, Musikanten di Franco Battiato , La ragazza del lago di Andrea Molaioli, Il divo di Paolo Sorrentino. Nel 2004 ottiene il Nastro d'argento come attore protagonista per La meglio gioventù e, nel 2005, il premio Flaiano per l'interpretazione di Alcide De Gasperi.

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Da Broadway all'Opera

Duo Wunderkammer
Pianisti: Antonello Cannavale e Francesco Caramiello

Leonard Bernstein Symphonic Dances da “West Side Story” (1957)
1918 – 1990 (trascrizione per due pianoforte di John Musto, 1998)
Prologue; Somewhere; Scherzo; Mambo; Cha – cha; Meeting Scene; Cool Fugue; Rumble; Finale

Aaron Copland El Salòn Mexico
1900 – 1990 (trascrizione per due pianoforte di Leonard Bernstein, 1943)

George Gershwin Porgy and Bess
1898 – 1937 Fantasia per due pianoforti

Antonello Cannavale si è esibito per prestigiose istituzioni italiane (Associazione Scarlatti di Napoli, Unione Musicale di Torino, Ravello Festival, Rossini Opera Festival di Pesaro) e all'estero al Festival di Bergerac, a Parigi per l'Accueil Musical di St-Merry, al Metropole Arts Centre di Folkestone, alla Dreikonigskirche di Dresda, collaborando con artisti come Meunier, Rossi, Piovano, Pernoo, Bronzi, Gazeau. Forma un duo con A. M. Ruta, primo violino di quel Quartetto Savinio con il quale suona anche in quintetto. Agli studi pianistici con Bertucci e di Composizione con Mazzotta, presso il Conservatorio di Napoli, ha affiancato la specializzazione in Musica da Camera presso l'Accademia Pianistica di Imola e la Scuola Superiore Internazionale del Trio di Trieste. Hanno contribuito alla sua formazione i pianisti Sergio Fiorentino e Laura De Fusco.

Francesco Caramello è nato a Napoli dove si è diplomato in Pianoforte e in Composizione (Vitale, Mazzotta, Bertucci). Si è esibito come solista al Barbican Centre di Londra, alla Opernhaus di Norimberga, al Merkin Concert Hall di New York, al Teatro di San Carlo di Napoli ed in Polonia (Varsavia), Francia (Marsiglia), Norvegia (Festival di Bergen) e Giappone (Nagoja e Università di Chubu). Ha suonato con la Philharmonia Orchestra , i Nürnberger Philharmoniker, l'Orchestra giovanile del Mozarteum di Salisburgo, l'Orchestra del Teatro Comunale di Cagliari, l'Orchestra Sinfonica Siciliana. Tiene concerti anche su strumenti antichi. È coeditore dell'edizione critica della musica per pianoforte di Sgambati per la casa editrice Boccaccini & Spada, e titolare della cattedra di Pianoforte complementare presso il Conservatorio di Avellino.

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7 Danze per Mozart
Gala internazionale di danza

A cura di Daniele Cipriani

Danzano :
Arte Balletto di Milena Zullo
Giovanni Di Palma, Leipziger Ballett
Shirley Esseboon, Nederlands Dans Theater I
Mattia Furlan, Balletto Teatro di Torino
Manuela Maugeri, Balletto Teatro di Torino
Francesco Nappa, Nederlands Dans Theater I
Giuseppe Picone, Etoile Internazionale
Gerardo Porcelluzzi, Teatro dell'Opera di Roma

Scuola di Danza del Teatro dell'Opera di Roma, diretta da Paola Jorio
con la partecipazione di
Nausicaa Policicchio, soprano
Nicola Colabianchi, pianista

Daniele Cipriani, già curatore di diversi Gala Internazionali di danza e balletto sia in Italia che all'estero (Spagna, Francia, Etiopia, Messico, Cuba…) e consulente per la danza del Ravello Festival, ha creato questo progetto esclusivo per Portici.
Sette coreografie, come le sette note. Sette momenti di grande emozione, caratterizzati dall'alta qualità delle coreografie eseguite da alcuni tra i migliori danzatori al mondo (tre dei quali – Giovanni Di Palma, Francesco Nappa e Giuseppe Picone – di origine campana). Sette creazioni ispirate dalle pagine di Mozart, quasi fossero una “proiezione” sul palcoscenico della sua musica.
Lacrymosa è una coreografia, di Chiara Tanesini, danzata dall'etoile internazionale Giuseppe Picone sulle note del Requiem mozartiano, concertato in rock. Uno splendido assolo.
Quindi un'altra creazione d'impatto e originalità: La regina della notte , eseguita dalla Scuola di danza del Teatro dell'Opera di Roma. La coreografia in questione, di Milena Zullo, gioca
sapientemente con le luci e i costumi per creare un'immagine quasi onirica.
Petit Mort è una coreografia, suddivisa in tre momenti, sgorgata dalla mente geniale di Jiri Kylian: è nata nel 1991 per celebrare il compositore al Festival di Salisburgo, nel bicentenario della morte. Qui, a danzare sono Francesco Nappa e Shirley Esseboon, del Nederlands Dans Theater I.
Giovanni Di Palma, primo ballerino del Leipziger Ballett, pupillo del coreografo tedesco Uwe Scholz , danzerà poi un assolo dal balletto Jeune Homme.
E ancora, una creazione di Matteo Levaggi, tra i più giovani rappresentanti del panorama coreografico italiano, con il Balletto Teatro di Torino.
Tutte le coreografie saranno legate da un sottile e raffinato fil rouge, affidato alle danzatrici di “Arte e Balleto” di Milena Zullo con la partecipazione di Gerardo Porcelluzzi, ballerino del Teatro dell'Opera di Roma. Infine, in una straordinaria sinergia tra voce e danza, prenderà forma, grazie anche a Nausicaa Policicchio, una nuova creazione composta per “MozArt Box”.

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Premio Mozart Box 2008

Giuseppe Picone
Nato a Napoli nel 1976, a nove anni entra nella Scuola di Ballo del Teatro San Carlo di Napoli, a dodici è scelto da Carla Fracci per interpretare il ruolo del giovane Nijinsky nell'omonimo balletto di Beppe Menegatti. A sedici anni è invitato come solista da Pierre Lacotte al Ballet National de Nancy debuttando nel ruolo di Petruska; seguono La sonnambula di Balanchine, Paquita di Petipa e L'Ombre di Lacotte.
Nel 1993 entra a far parte dell'English National Ballet di Londra, dove rimane fino al 1997; quindi raggiunge l'American Ballet Theatre di New York, debuttando in Cenerentola di Ben Stevenson. Ha interpretato i ruoli principali nei balletti più importanti del repertorio classico: Giselle , Il lago dei cigni , Cenerentola , Romeo e Giulietta , Lo schiaccianoci , La Bayadère , Onegin , Gaîté Parisienne , Les Patineurs , Variation for Four , La bella addormentata , Raymonda , Don Chisciotte e Il corsaro .
Insieme a Nina Ananiashvili, ha debuttato nella prima mondiale al Metropolitan di New York di Le Corsaire di Holmes, ottenendo la nomination al Premio Internazionale "Benois pour la Dance "; ha partecipato in Giappone al tour “Nina Ananiashvili and Friends”, ed al Teatro Bolshoj al Gala Ananiashvily Anniversary. È stato invitato al Gala Stars of Ballet 2006 in Giappone. Ospite di numerose compagnie - tra cui il Royal Ballet, Staatsoper di Vienna, Het National, Los Angeles Dance Theatre, Boston Ballet, Ballet National De Bordeaux, Bucarest National Opera, Ballet National di Cuba, Teatro dell'Opera di Roma, Teatro San Carlo di Napoli, Arena di Verona – e di Festival e Gala internazionali.
Nel 2005 è stato il primo italiano a partecipare al concerto di Capodanno dell'Opera di Vienna, in diretta televisiva mondiale, dove ha danzato, sulle musiche di Strauss, una creazione di Renato Zanella. Ha partecipato in diretta televisiva alla Festa della Repubblica, danzando un assolo da lui creato su musica di Ennio Morricone. John Clifford, direttore del Los Angeles Dance Theatre, ha creato per lui il ruolo di Humphrey Bogart nel dance musical Casablanca 2005 . Ha ricevuto il Premio “Positano” nel 1997 al merito e nel 2002 al valore, il Premio “Caserta” nel 1999, il Premio “Gino Tani 2001” , il Premio “DANZA e DANZA” 2002 come Miglior Ballerino Italiano sui palcoscenici del mondo ed ha partecipato al Gala di Danza al Festival di Cannes, con l'Etoiles del Ballet 2000, il Premio “Anita Bucchi” come miglior interprete maschile 2005/2006 e il Premio “Asti Danza” 2007.